Sono i giuristi i massimi interpreti, utilizzatori e produttori di ragionamenti e argomentazioni, insieme ai matematici.
Nei ragionamenti giuridici confluiscono e prevalgono diverse attività non deduttive: scegliere le leggi e i principi a cui fare riferimento, risolvere ambiguità di formulazione, valutare l’evidenza, determinare il peso degli interessi, prestare attenzione agli aspetti sociali e politici. Tra le inferenze, hanno maggiore rilevanza quelle di tipo induttivo e analogico.
Giovanni Sartor (Istituto Europeo, Fiesole) Logica e giurisprudenza in XXV Incontro dell'Associazione Italiana di Logica e sue Applicazioni
Sui legami tra la matematica e le discipline giuridiche non sarebbe poi così difficile fare un po’ di folklore attraverso le persone: si potrebbe rammentare che erano giuristi Wilhelm Leibnitz, Pierre de Fermat o Arcangelo Genocchi (il maestro di Giuseppe Peano).
Tento però un’altra strada, che passa attraverso alcuni problemi, descrivendo brevemente alcuni esempi nei quali alcune conoscenze di Teoria (matematica) delle decisioni sono effettivamente utili per comprendere o risolvere comuni problemi in àmbito legale. Non ho alcun obiettivo di completezza, ma voglio solo sottolineare che la Teoria delle decisioni non è soltanto bella in sé (come matematica, ma è anche utile, e addirittura in questo campo).
Con il presente paper si propone una prima applicazione di un modello matematico di analisi giuridica, elaborato di recente dagli Autori, al diritto penale sostanziale ed in specie al caso della norma che incrimina la rapina propria (art. 628 comma 1 c.p.). Si intende argomentare nel senso dell’ammissibilità e della concludenza di tale applicazione, al fine di sviluppare uno strumentario di metodi e tecniche di analisi per trattare questioni classiche di diritto penale sostanziale, quali il rapporto tra tipicità oggettiva e soggettiva, tra tipicità e offesa, l’individuazione del bene giuridico protetto, il rispetto del principio di determinatezza, il rapporto tra disvalore di condotta e di evento.
Lo studio dei sistemi elettorali (SE) si trova al crocevia delle due culture: da una parte, le scienze sociali che studiano lo sviluppo e l’evoluzione dei SE, nel contesto dei mutevoli bisogni e delle dinamiche sociali delle collettività; dall’altra, le scienze esatte che si occupano dello studio formale dei meccanismi elettorali, le cui proprietà riflettono – o almeno dovrebbero riflettere – principi generali come Equità, Rappresentatività, Stabilità, e Consistenza.
Sommario:
... alcune riflessioni da parte di operatori che sono convinti che un qualche innesco matematico nel ragionamento giuridico possa essere utile per ottenere decisioni più calibrate, almeno in presenza di circostanze specifiche. Warning: nessuno di questi progetti che qui raccontiamo mira a “destabilizzare” il libero convincimento del giudice. Piuttosto aspirano a studiare sistemi e metodi matematici a supporto della decisione, provando a disegnare una “via italiana” alla innovazione che sia in grado di creare non solo modelli predittivi di AI (su base statistica e sul calcolo della probabilità su di una ampia mole di dati) ma anche di realizzare funzioni matematiche che possano essere applicate a ciascun caso specifico concreto, preservandone le specificità e nel contempo garantendo maggiore prevedibilità
Presi molti numeri “reali” qualunque, 30% comincia con 1, 17% con 2, 12% con 3 ….4,5% con 9, seguendo una legge logaritmica. Così si possono scoprire ad esempio bilanci contraffatti.
...ricavò che la probabilità di trovare una particolare configurazione dell’impronta corrisponde a:
P(Fingerprint) = (1/2)24 * 1/256 * 1/16 = 1.45 * 10-11
Successivi studi, compiuti nell’arco del ventesimo secolo e basati su medesimi ragionamenti, alla luce di nuove interpretazioni date ai vari tratti dell’impronta, hanno modificato sensibilmente tale misura riducendone ulteriormente il valore.
Osterburg (1980) ad esempio stimò tale probabilità pari è a 1.33 * 10-27, mentre Stoney (1985) arrivò fino al valore 1.2 * 10-80