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Telescriventi

Sul finire degli anni '60 la nuova telescrivente Olivetti serie Te 300 si presentava come molto avanzata rispetto ai modelli precedenti. Il primo modello della serie, la Te 315, entrò in produzione nel 1967. Operava ad alta velocità, disponeva di una comune tastiera dattilografica, era silenziosa e più affidabile dei precedenti modelli grazie all'utilizzo di nuovi materiali e all'impiego di criteri meccanici più razionali che consentivano di ottenere la riduzione delle vibrazioni.

Nello stesso periodo il mondo universitario sentiva l'esigenza di disporre di computer potenti per il calcolo scientifico e la ricerca.

Però, una singola università non era in grado di far fronte a un investimento economico di quella portata, né disponeva della struttura di supporto adatta.
Nel 1967, con il sostegno del Ministero dell'Istruzione, quattro Atenei italiani si consorziarono per creare un centro di calcolo comune: così nacque Cineca, Consorzio Interuniversitario dell’Italia Nord Est per il Calcolo Automatico. Con la sua costituzione, nel 1969 viene installato in Italia il primo supercomputer, un CDC 6600.

La telescrivente era un terminale collegato, attraverso la linea telefonica, al CDC6600 del Cineca.
Un programma in BASIC veniva digitato sulla tastiera del terminale e registrato, oltre che su carta, su nastro perforato. Al segnale telefonico di avvenuta connessione con il computer remoto, il nastro perforato veniva inserito nel lettore della telescrivente che inviava così all'elaboratore remoto la sequenza delle istruzioni del programma da far girare. Eseguito in timesharing dal CDC6600, se malauguratamente non produceva un loop infinito, i risultati venivano infine stampati su carta dalla telescrivente.

Per la cronaca, il primo interprete BASIC scritto da Paul Allen e Bill Gates per il minicomputer Altair 8800 venne consegnato da Allen su nastro perforato. Durante il viaggio Allen scrisse il loader, consistente in una routine di 46 byte.

Il nastro di carta perforato, lungo il quale vengono prodotti, ad intervalli regolari, piccoli fori in posizioni predeterminate (piste), è una dispositivo di archiviazione dati.
Il metodo di rappresentazione dei dati con fori presenti o assenti (uno e zero) fu originariamente utilizzata nei telai tessili: Basile Bouchon nel 1725 sperimentò per primo l’uso di un nastro perforato, nel 1801 Joseph Marie Jacquard consolidò la tecnologia legando schede perforate in sequenza a formare una catena. Nell'Ottocento si era diffuso l’uso di nastri perforati di circa 30 cm di larghezza anche per memorizzare e riprodurre brani musicali in automatismi sonori.
Nel ‘900 si diffonde l’uso dei nastri e delle schede perforate prima in sistemi meccanografici per applicazioni contabili, statistiche, industriali e successivamente nei computer, fino alla fine degli anni ‘70. La differenza tra i nastri e le pile di schede perforate è che il nastro è più piccolo e può contenere ordinatamente insieme tanti dati quanto è lungo mentre ogni scheda, più rigida, racchiude al massimo 80 caratteri e ha una codifica diversa. Nonostante l’apparente fragilità, il nastro perforato consentiva agevoli riparazioni o modifiche, poiché il codice di fori poteva essere decodificato anche "a vista".
Si diffusero, a seconda del produttore e dell’epoca, nastri di larghezza differente: 11/16” (1,75 cm, a 5 fori, codifica Baudot) o da un pollice (2,54 cm, a 6 o 8 fori, codifica ASCII).
La lettura dei nastri perforati avveniva meccanicamente, attraverso piccoli sensori elettrici, o otticamente attraverso sensori luminosi. Questi ultimi, malgrado il costo elevato, consentivano velocità anche di 2000 caratteri al secondo, contro i 10/300 dei modelli meccanici.

Il codice Telex ITA2 (International Telegraph Alphabet No. 2, precedentemente noto anche come CCITT No. 2) è composto da 5 bit per carattere, il che significa 25 = 32 combinazioni di codici. Questo non è sufficiente per tutte le lettere latine A...Z, le cifre 0...9 e i caratteri di punteggiatura, quindi il codice viene utilizzato due volte, in due turni: nel "turno delle lettere" 26 codici per le lettere A...Z (le lettere sono qui solo una volta, non c'è distinzione tra scrittura maiuscola e minuscola), nel "turno delle cifre" 26 codici per le cifre e i caratteri di punteggiatura, mentre i 6 caratteri rimanenti in tutti i turni sono codici di controllo indipendenti dal turno per il vuoto, il ritorno a capo (CR), l'avanzamento di riga (LF), il turno delle lettere (LTRS), il turno delle cifre (FIGS) e un eventuale terzo turno nazionale aggiuntivo. I 5 bit del codice creano 5 fori di perforazione per ogni carattere. Inoltre, c'è una linea di perforazione più piccola (la terza dall'alto) per il trasporto del nastro nel lettore.
Solo i bit di codice vengono perforati sul nastro, mentre i necessari bit di "start" e "stop" vengono generati autonomamente dalla macchina telex di trasmissione. Pertanto, il flusso di dati è costituito da 7,5 bit per ogni carattere: 1 bit di "inizio", i 5 bit del carattere codificato, 1,5 bit di "stop" finale. La larghezza originale del nastro perforato è di 17 mm.
ITA2 code card

Il seguente è un esempio di emulatore di perforatore di nastri.

A
B
C
D
E
F
G
H
I
J
K
L
M
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2
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9
Spazio
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