Nel tumulto tecnologico degli anni '60, un'epoca dominata da mainframe grandi come stanze e accessibili solo a una ristretta élite di scienziati e tecnici, a Ivrea, nel cuore del Canavese, i laboratori della Olivetti avevano dato vita alla Programma 101, una macchina dal design elegante e funzionalità rivoluzionarie. Commercializzata nel 1965, la P101 non era solo una calcolatatrice, ma un elaboratore da scrivania, programmabile, autonomo e pensato per un utilizzo individuale che anticipava di quasi un decennio la rivoluzione del personal computing.
In un periodo in cui la divisione elettronica della Olivetti attraversava un momento di incertezza strategica, culminato con la sua controversa cessione alla General Electric, l'ingegnere Pier Giorgio Perotto e un piccolo team di talentuosi progettisti – tra cui Giovanni De Sandre e Gastone Garziera – lavorarono in relativa segretezza per trasformare un'idea radicale in un prodotto di massa, uno strumento potente ma accessibile, capace di eseguire sequenze di istruzioni complesse senza richiedere le competenze di un programmatore specializzato.
La Programma 101 si presentava con le dimensioni di una macchina da scrivere (pesava circa 35 kg), un'estetica curata da Mario Bellini che la rendeva un elegante oggetto d'arredo per l'ufficio moderno.
Le sue caratteristiche tecniche erano sbalorditive per l'epoca.
Il successo commerciale fu immediato e globale, con circa 44.000 unità vendute in tutto il mondo. Uno degli acquirenti più illustri fu la NASA, che acquistò diverse decine di Programma 101 per supportare le missioni spaziali, incluso il programma Apollo. Gli ingegneri le utilizzarono per calcolare con precisione i parametri di atterraggio del modulo lunare dell'Apollo 11, un compito cruciale che dimostrò la potenza e l'affidabilità di questa macchina italiana.
Il primato della Programma 101 come primo computer personale è stato spesso trascurato dalla storiografia informatica, prevalentemente anglocentrica. La stessa Hewlett-Packard, che nel 1968 lanciò il suo calcolatore da tavolo HP 9100A, fu costretta a pagare circa 900.000 dollari di royalties alla Olivetti per averne violato alcuni brevetti, un chiaro riconoscimento dell'anteriorità e dell'originalità del progetto italiano.
Probabilmente, nonostante le pretese del suo progettista, la Olivetti Programma 101, come il suo primo concorrente diretto - l'HP 9100, non è definibile un "personal computer" nel senso moderno del termine e, con un linguaggio operante su registri ("keystroke" come dicono gli americani), è decisamente più vicina al modello di "calcolatrice programmabile" sviluppato negli anni settanta dalla Hewlett Packard (HP-65) e dalla Texas Instruments (SR-52). Se però per "personal computer" si intende uno "strumento di calcolo personale - programmabile, elettronico e con 'memoria di massa'" allora si può essere d'accordo con l'Ing. Perotto di ritenere la P101 il primo personal computer.
Un semplice esempio di uso della P101 come semplice calcolatrice per la media di due numeri è il seguente.
Inserire il primo numero e premere il tasto "A↓". Inserire il secondo numero. Sommare i due numeri premendo il tasto "+". Il risultato viene salvato nel registro A. Inserire il numero 2. Dividere per il contenuto di A per 2 premendo il tasto ":". Il risultato viene salvato nel registro A. Nel registro R è salvato il resto della divisione intera.Si può provare le istruzioni su una P101 virtuale come quella nella pagina che si apre facendo click sull'immagine seguente che mostra uno schema della sua tastiera. La pagina è ripresa con qualche necessaria modifica da An Olivetti P101 Emulator written in Javascript\JQuery di Fabio Sasso.
La Olivetti Programma 101 utilizzava un linguaggio di programmazione elementare basato su istruzioni dirette e registri di memoria.