«DIO esiste, perché la matematica non è contraddittoria. E il diavolo esiste, perché non
possiamo dimostrarlo»
AndréWeil.
Raimondo Lullo (1232-1316) ha racchiuso in queste tavole lo schema concettuale della prova logica dell’esistenza di Dio
La dimostrazione di Anselmo d’Aosta (o di Canterbury) scritta nel Proslogion, nel 1077
Cartesio nel 1637 nel Discorso sul Metodo (IV) aveva rielaborato la prova ontologica asserendo che l’esistenza di Dio è implicita nella sua essenza. Nel 1641 Cartesio (Meditazioni, V) aggiunse che definendo Dio come l’insieme delle perfezioni, esso doveva esistere in quanto l’esistenza è una perfezione. Secondo Leibniz in realtà Cartesio aveva solo dimostrato che se l’esistenza di Dio è possibile, allora Dio esiste in atto e quindi necessariamente.
Questo articolo intende esporre in modo molto breve ed essenziale, senza scendere nei rigori della logica, la prova ontologica di Kurt Gödel (Brno,1906-Princeton, 1978).
«DIO esiste, perché la matematica non è contraddittoria. E il diavolo esiste, perché non possiamo dimostrarlo», diceva il grande matematico André Weil. Ora un manoscritto di 70 pagine, datato 25 dicembre 2012 e intitolato Una dimostrazione divina della consistenza della matematica, prova una delle ossessioni della storia della logica.